Dal Green Deal alla shock economy, il secondo webinar dell’Innovation Agri Tour 2021

La nuova Pac e il Recovery Fund stanno segnando un percorso diretto e inequivocabile ed è bene prepararsi, non solo per prendere i finanziamenti che arriveranno, ma soprattutto per utilizzarli al meglio.

Nell’appuntamento del 14 aprile abbiamo raccontato principi, processi e best practise che imprenditori e aziende stanno sviluppando per far sì che la sostenibilità non sia solo una parola vuota o uno slogan attorno al quale costruire progetti inutili.

Ospiti della puntata:

Lorenzo Fioramonti – Parlamentare, ex Ministro dell’Istruzione

Carla Buffolino – Business Integration Manager di Almaviva

Marco Speziali – Presidente di Confai Mantova

Emilio Ferrari – Responsabile acquisti grano duro e semola Barilla

Aldo Ceriotti – Direttore istituto di biologia e biotecnologia Agraria (CNR)

Investire nel 4.0 vuol dire inserirsi in un circuito virtuoso

Il Governo ha trasmesso il 25 aprile al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un documento chiave di 337 pagine. Il piano prevede un budget complessivo di 222,1 miliardi di cui circa 191,5 coperti con il Recovery Fund a cui si aggiungono 30,6 del fondo complementare alimentato con lo scostamento di bilancio. Dei primi, tra il 2021 e il 2026, 68,9 miliardi di Euro arriveranno come sovvenzioni a fondo perduto, mentre 122,6 saranno prestiti.
In particolare il PNRR si articola in 6 missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

La seconda missione (costituita da 4 componenti) prevede risorse per circa 59,3 miliardi di euro e ha l’obiettivo di realizzare la transizione verde ed ecologica della società per ottenere i seguenti obiettivi generali, che richiederanno una revisione del PNIEC (Piano nazionale integrato energia e clima): rendere il sistema italiano sostenibile nel lungo termine garantendone la competitività; rendere l’Italia resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici rafforzando le infrastrutture e la capacità previsionale di fenomeni naturali e dei loro impatti; sviluppare una leadership internazionale industriale e tecnologica nelle principali filiere della transizione ecologica; assicurare una transizione inclusiva ed equa, massimizzando i livelli occupazionali e contribuendo alla riduzione del divario tra le Regioni; aumentare consapevolezza e cultura su sfide e tematiche ambientali e di sostenibilità.

La missione comprende quindi interventi per l’agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti; programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili; investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la mobilità sostenibile.

Ed è proprio attorno a questa seconda missione che abbiamo articolato le nostre due tappe dell’Innovation Agri Tour sulla sostenibilità nella convinzione che sarà l’innovazione uno dei driver del cambiamento. Come ha ben sottolineato l’ex ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, nel corso del nostro primo incontro, il nuovo ambientalismo non viaggia più per sottrazione, ma punta all’uso dell’innovazione come strumento per cambiare radicalmente processi e prodotti.

Il cambiamento va dal sistema finanziario al consumatore

Insieme ad Almaviva e all’associazione dei contoterzisti (CAI) abbiamo visto come l’agricoltura 4.0 può impattare nel ridurre inumerosi input necessari alla produzione e come attraverso una accurata gestione dei dati e una attenta elaborazione è possibile farlo riconoscendo e ridistribuendo il valore lungo tutta la filiera. Il tutto però consapevoli del fatto che non può e non deve esistere un solo modello di agricoltura e che tutte le innovazioni e i cambiamenti possono e devono essere modulati e calati nel reale senza che ottimizzazione diventi necessariamente omologazione. Anzi è sempre più vero il contrario, ottimizzare gli input vuol dire infatti aiutare a far emergere le differenze e valorizzare la varietà dei percorsi e delle produzioni dal momento che gli interventi sulle colture sono sempre più puntuali e targettizzati sulle esigenze di ogni singola pianta.

È un processo che coinvolge grandissime imprese come Barilla che punta sulla sostenibilità, senza scaricarla a valle sui consumatori, ma che è fondamentale anche per le PMI per aumentare la loro competitività e la loro resilienza sui mercati tempestosi di questi anni. 

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la piattaforma modulare di analisi dati di AlmavivA in grado di affiancare il mondo finanziario e potenziare l’azione bancaria e assicurativa nel settore agricolo e agroalimentare, contribuendo concretamente alla crescita del comparto e alla valorizzazione delle eccellenze territoriali.

Non possiamo ancora citare le collaborazioni in corso, ma concluso il progetto l’idea è che banche e assicurazioni possano essere in grado di collaborare con una scatola nera delle PMI in grado di mostrare le potenzialità intrinseche (e magari momentaneamente inespresse) delle imprese.

IL VIDEO DEL WEBINAR